giovedì 18 giugno 2015

Recensione - Il libro dell'inquietudine (di Bernardo Soares) di Fernando Pessoa

Titolo: Il libro dell'inquietudine (di Bernardo Soares)
Autore: Fernando Pessoa
Editore: Feltrinelli
Pagine: 280
Prezzo: €9,00


'Il libro dell'inquietudine' di Fernando Pessoa contiene le centinaia di riflessioni del più celebre eteronimo dell’autore, Bernardo Soares, raccolte in maniera disordinata e “aperta”, in una sorta di “zibaldone”. Tragico, ironico, profondo e irrequieto, Soares riflette sulla vita, sulla morte e sull’anima, ma anche sulle sue memorie più intime e sullo scorrere del tempo, sui colori e le emozioni che egli osserva intorno e dentro di sé. Figura tragica e imprescindibile del nostro Novecento, Soares alias Pessoa scrive del proprio dolore con onestà e con una forza comunicativa che, nonostante l’incredibile delicatezza, riesce a tratti violenta e struggente. Soares il fragile, l’acuto, il silenzioso, abita la vita nei suoi toni più grigi, eppure l’ama come un vizio, come una droga, come una passione a cui non ci si può sottrarre, alla ricerca di un equilibrio perduto che, suo malgrado, non troverà. Un capolavoro della letteratura mondiale.


Recensione


Quando ho sentito parlare della "trama" (o meglio della non trama) di questo romanzo, mi sono fiondata in libreria, doveva essere assolutamente mio. Mai fatta cosa più giusta, mai spesi soldi in modo più bello.

"Il Libro dell’Inquietudine"  è  una sorta di diario, una raccolta  pensieri intimi e profondi, che copre l’arco di un ventennio; è arrivato a noi scritto su supporti diversi, a fogli sparsi, privo di un ordinamento stabilito dall’autore.
Pessoa è prima di tutto un pensatore, leggerlo è piacere intellettuale, è poetico, è immedesimarsi in qualcuno che si descrive come nessuno, è fargli compagnia nella solitudine.
Leggere Pessoa è un’esperienza da provare almeno una volta: potrà piacere oppure no, ma è difficile restare indifferenti.



"La mia anima è un maëlstrom nero, una vasta vertigine intorno al vuoto, un movimento di un oceano senza confini intorno ad un buco nel nulla, e nelle acque, che più che acque sono turbini, galleggiano le immagini di ciò che ho visto e sentito nel mondo: vorticano case, volti, libri, casse, echi di musiche e spezzoni di voci in un turbine sinistro e senza fondo.
E io, proprio io, sono il centro che esiste soltanto per una geometria dell'abisso; sono il nulla intorno a cui questo movimento gira, come fine a se stesso, con quel centro che esiste solo perché ogni cerchio deve possedere un centro. Io, proprio io, sono il pozzo senza pareti ma con la resistenza delle pareti, il centro del tutto con il nulla intorno."


"La tragedia principale della mia vita è, come ogni tragedia, un’ironia del Destino. Rifiuto la vita reale come una condanna; rifiuto il sogno come una liberazione ignobile. Ma vivo la parte più sordida e più quotidiana della vita reale; e vivo la parte più intensa e più costante del sogno."

"La mia solitudine non consiste in una ricerca di felicità, che non ho la forza di raggiungere; né di tranquillità, che si ottiene soltanto se non la si è mai perduta. Ma è una ricerca di sonno, di annullamento, di piccola rinuncia.
Le quattro pareti della mia stanza disadorna sono per me al contempo prigione e lontananza, letto e bara. Le mie ore più felici sono quelle in cui non penso a nulla, in cui non voglio nulla, in cui non sogno neppure, perso in un torpore di vegetale errato, mero muschio cresciuto sulla superficie della vita. E senza amarezza assaporo l'assurda consapevolezza di non essere nulla, sapore previo della morte e della cancellazione."


"Vivo sempre nel presente. Non conosco il futuro. Non ho più il passato. L’uno mi pesa come la possibilità di tutto, l’altro come la realtà di nulla. Non ho speranze né nostalgie. Conoscendo ciò che è stata la mia vita fino a oggi (tante volte e per tanti versi l’opposto di come avrei voluto), cosa posso presumere della mia vita di domani se non che sarà ciò che non presumo, ciò che non voglio, ciò che mi succede dal di fuori, perfino attraverso la mia volontà? Non c’è niente nel mio passato che mi faccia ricordare una cosa con il desiderio inutile di avere di nuovo quella cosa. Non sono mai stato altro che un residuo e un simulacro di me stesso. Il mio passato è ciò che non sono riuscito ad essere. Non ho nostalgia nemmeno delle sensazioni di momenti passati: quello che sentiamo esige il suo momento; quando il momento è passato si volta pagina, la storia continua ma non continua il testo."

3 commenti:

  1. Hey ^^
    Non avevo mai preso in considerazione questo libro, ma ora, leggendo qualche frase che hai citato, ci sto facendo un pensierino :)
    Un bacio ♥

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    1. Ciao:)
      Questo libro è stata veramente una piacevole sorpresa, te lo consiglio caldamente!
      Un bacio anche a te♥

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  2. Lo voglio assolutamente... Mi incuriosisce sempre di più!
    Bellissime le citazioni *^*

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